Secondo una relazione pubblicata in data odierna dalla Corte dei conti europea, la Commissione europea nomina e si avvale di consulenti esterni in un modo che non assicura appieno un rapporto costi-benefici ottimale né una piena tutela dei propri interessi. Il quadro disciplinante il ricorso a tali servizi presenta lacune significative che comportano potenziali rischi connessi alla concentrazione dei fornitori di servizi, all’eccessiva dipendenza e ai conflitti di interesse. Tali rischi non sono sufficientemente monitorati. La Corte sottolinea inoltre debolezze nel modo di valutare il lavoro svolto dai consulenti esterni e il valore aggiunto prodotto.
Secondo l’esame della Corte, il sistema informativo della Commissione europea non è in grado di fornire un quadro completo delle modalità con cui quest’ultima si avvale di consulenti esterni. Quel che è certo è che la Commissione ha fatto sempre più ricorso a consulenti esterni per svolgere vari servizi di consulenza e di supporto. Negli ultimi anni ha stipulato contratti per un valore di circa 1 miliardo di euro all’anno aventi per oggetto un’ampia gamma di servizi di questo tipo, quali attività di consulenza, studi, valutazioni e ricerca. I consulenti esterni sono coinvolti principalmente nell’attuazione delle politiche di vicinato e di allargamento, dei partenariati internazionali, degli strumenti di politica estera e delle azioni per l’ambiente e il clima a livello dell’UE. La Corte ha verificato se la Commissione sia riuscita a ottenere un rapporto costi-benefici ottimale e a tutelare i propri interessi.
“L’esternalizzazione di alcuni compiti può essere utile e talvolta necessaria”, ha dichiarato François-Roger Cazala, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “Tuttavia la Commissione europea dovrebbe sforzarsi di ottenere il massimo valore possibile dalle somme spese. È necessario migliorare la trasparenza e l’obbligo di rendiconto in relazione ai compiti che possono essere esternalizzati e alla gestione dei rischi di concentrazione dei prestatori, di eccessiva dipendenza e di conflitti di interesse. Mi auguro che la relazione della Corte aiuti l’amministrazione dell’UE a procedere in questa direzione.”