La Corte dei conti europea controlla le spese eseguite per finanziare politiche e programmi in tutti i settori del bilancio dell'UE. Sottopone ad audit anche i Fondi europei di sviluppo, che sono finanziati direttamente dagli Stati membri.
La dotazione annuale di bilancio dell'UE è utilizzata per un'ampia gamma di settori. I pagamenti vengono eseguiti a sostegno di attività molto diverse fra loro, come l'agricoltura e lo sviluppo delle zone rurali ed urbane, i progetti di infrastrutture di trasporto, la ricerca, le azioni di formazione per i disoccupati, il sostegno ai paesi che desiderano aderire all'UE o gli aiuti ai paesi vicini e ai paesi in via di sviluppo.
I FES forniscono l'assistenza dell'Unione europea per la cooperazione allo sviluppo agli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nonché ai paesi e territori d'oltremare (PTOM). La spesa a titolo dei FES e gli strumenti di cooperazione mirano a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile e l'integrazione dei paesi ACP e dei PTOM nell'economia mondiale.
Crescita intelligente e inclusiva
Competitività per la crescita e l'occupazione
La spesa in questo ambito è finalizzata a migliorare la ricerca e l'innovazione, potenziare i sistemi di istruzione e favorire l'occupazione, assicurare un mercato unico digitale, promuovere le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, modernizzare il settore dei trasporti e migliorare il contesto imprenditoriale, specie per le piccole e medie imprese (PMI).
La maggior parte della spesa viene eseguita sotto forma di sovvenzioni a beneficiari pubblici o privati: la Commissione rimborsa le spese dichiarate dai beneficiari nelle dichiarazioni di spesa dei progetti.
Coesione economica, sociale e territoriale
Il settore "Politica regionale e urbana" costituisce circa l'80 % della spesa totale della rubrica ed è attuato principalmente attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC). Tale settore si prefigge di aiutare i paesi e le regioni meno sviluppati dell'UE a recuperare il ritardo, di rafforzare la competitività di tutte le regioni e di sviluppare la cooperazione interregionale. I fondi vengono utilizzati per finanziare investimenti infrastrutturali, la creazione o il mantenimento di posti di lavoro, iniziative regionali di sviluppo economico e attività a sostegno delle piccole e medie imprese.
Il settore "Occupazione e affari sociali", che rappresenta il restante 20 % di questo ambito di spesa, è finanziato principalmente tramite il Fondo sociale europeo (FSE). Vi rientrano investimenti in capitale umano mediante azioni di formazione e altre misure a favore dell'occupazione.
La gestione della spesa avviene in maniera concorrente con gli Stati membri e prevede il cofinanziamento di progetti nel quadro dei programmi di spesa approvati.
Crescita sostenibile: risorse naturali
Questo settore di spesa comprende la politica agricola comune (PAC), la politica comune della pesca (PCP), lo sviluppo rurale e le misure a tutela dell'ambiente.
La PAC mira a incrementare la produttività dell'agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e assicurare che questi ultimi giungano ai consumatori a prezzi ragionevoli. È attuata attraverso due fondi: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), che finanzia integralmente le misure a sostegno dei mercati e gli aiuti diretti dell'UE, e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che cofinanzia i programmi di sviluppo rurale insieme agli Stati membri. La gestione della spesa per la PAC avviene in maniera concorrente con gli Stati membri. La spesa nell'ambito di entrambi i fondi transita attraverso circa 80 organismi pagatori, responsabili di verificare l'ammissibilità delle domande di aiuto e di effettuare i pagamenti ai beneficiari.
La PCP persegue obiettivi simili a quelli della PAC; lo strumento principale per la sua attuazione è il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), la cui gestione è condivisa dalla Commissione e dagli Stati membri.
La politica ambientale dell'UE mira a contribuire alla tutela e al miglioramento della qualità dell'ambiente, della vita dei cittadini e del razionale utilizzo delle risorse naturali. La spesa in questo settore è gestita a livello centrale dalla Commissione. Il programma per l'ambiente (LIFE), che co-finanzia progetti relativi a natura, biodiversità, politica e governance ambientali, informazione e comunicazione, è il programma più importante.
Sicurezza e cittadinanza
Le componenti principali di questo settore di spesa sono: giustizia e affari interni, protezione delle frontiere, politica in materia di immigrazione e asilo, sanità pubblica, tutela dei consumatori, cultura, giovani, informazione e dialogo con i cittadini.
Ruolo mondiale dell'Europa
Rientrano in questa rubrica le spese nell'ambito della politica estera, del sostegno ai paesi candidati e ai potenziali candidati all'adesione all'UE, nonché l'assistenza allo sviluppo e gli aiuti umanitari ai paesi vicini e ai paesi in via di sviluppo (ad eccezione della spesa a titolo dei Fondi europei di sviluppo).
La spesa è distribuita in più di 150 paesi, per mezzo di una vasta gamma di strumenti di cooperazione e metodi di erogazione. È gestita direttamente dalle direzioni generali della Commissione, attraverso i servizi centrali di Bruxelles, tramite le delegazioni dell'UE nei paesi beneficiari, oppure di concerto con organizzazioni internazionali.
Amministrazione
Questo settore comprende le spese delle istituzioni e di altri organismi dell'UE. Le spese relative alle risorse umane (stipendi, indennità e pensioni) rappresentano circa il 60 % del totale. La parte restante riguarda le spese per immobili, impianti e apparecchiature, energia, comunicazioni e tecnologie dell'informazione. Le risultanze degli audit svolti dalla Corte su agenzie e altri organismi decentrati dell'Unione europea sono esposte in relazioni annuali specifiche, pubblicate separatamente, assieme a una sintesi delle risultanze stesse.
Compensazioni
Si tratta di pagamenti temporanei che servono a garantire che la Croazia, diventata membro dell'UE nel luglio 2013, non contribuisca al bilancio UE più di quanto non ne benefici nel primo anno successivo all'adesione.