Special report|20d56233-5179-449f-93ac-6c9e8f3787cb
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29/06/2021
La Corte ha analizzato in che modo la Commissione abbia tutelato i diritti dei passeggeri aerei nell’UE durante la crisi provocata dalla COVID-19.
È emerso che i passeggeri non erano pienamente informati dei loro diritti durante tale crisi. Nel periodo iniziale della crisi molti passeggeri non sono stati rimborsati o non hanno avuto altra scelta se non accettare buoni di viaggio. A giugno 2020 le compagnie aeree hanno iniziato a rimborsare i passeggeri, seppure con notevoli ritardi. Gli Stati membri non hanno creato un nesso fra gli aiuti di Stato e il rimborso dei passeggeri, benché la Commissione avesse esplicitamente indicato che era loro facoltà farlo. La Commissione si è adoperata per tutelare i diritti dei passeggeri aerei e ha adottato misure per attenuare gli effetti della crisi, malgrado le limitazioni del quadro giuridico esistente. A questo riguardo, nel 2013 sono state avanzate proposte che potrebbero concorrere a porre rimedio alla situazione, ma finora non è stata trovata una posizione consensuale in seno al Consiglio.
La Corte raccomanda alla Commissione di tutelare meglio i diritti dei passeggeri del trasporto aereo e far sì che questi ultimi siano meglio informati sui loro diritti; rafforzare il coordinamento delle misure nazionali e collegare meglio al rimborso dei passeggeri gli aiuti di Stato erogati alle compagnie aeree; infine, migliorare gli strumenti e la legislazione a tutela dei diritti dei passeggeri.
Relazione speciale della Corte dei conti europea presentata in virtù dell’articolo 287, paragrafo 4, secondo comma, del TFUE.