La Corte dei conti europea è tenuta a riferire ogni anno sugli eventuali rischi finanziari derivanti dai procedimenti giudiziari relativi al meccanismo di risoluzione unico (SRM), il sistema dell’UE per gestire la liquidazione ordinata delle banche in dissesto nell’unione bancaria. Per l’esercizio finanziario 2020, il Comitato di risoluzione unico (SRB) ha indicato passività potenziali per le vertenze sui contributi delle banche al Fondo di risoluzione unico (SRF), ma non per le decisioni sulle risoluzioni. Pur ritenendo adeguata l’informativa, la Corte segnala che la nuova giurisprudenza riduce i rischi finanziari. Raccomanda quindi all’SRB per il prossimo anno di valutare i rischi sulla base di una nuova metodologia.
Entrato in vigore nel 2014, l’SRM prevede la partecipazione dell’SRB, della Commissione, del Consiglio e delle autorità nazionali di risoluzione. L’SRB svolge un ruolo centrale e amministra l’SRF, che è finanziato dalle banche tramite i contributi ex ante e può essere utilizzato a sostegno delle risoluzioni bancarie. Finora non si è mai fatto ricorso a questo strumento, ma vi sono numerosi procedimenti giudiziari pendenti.
“È difficile prevedere l’esito dei procedimenti giudiziari connessi alla risoluzione bancaria e le relative ripercussioni”, ha dichiarato Rimantas Šadžius, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Per le parti coinvolte, tuttavia, è importante conoscere la migliore stima dell’eventuale esposizione finanziaria. È per questo che l’SRB dovrebbe trovare una nuova metodologia per valutare l’impatto delle vertenze in corso riguardo ai contributi delle banche al Fondo, specie alla luce della giurisprudenza più recente”.